L’impatto della pandemia da Covid-19: studio cross-sectional sulle relazioni sociali e lo stato di benessere degli operatori sanitari

Gentili colleghi,

di seguito vi presentiamo l’abstract relativo ai risultati di una ricerca che il Comitato Scientifico di SIDAS ha svolto nei mesi scorsi.

L’impatto della pandemia da Covid-19: studio cross-sectional sulle relazioni sociali e lo stato di benessere degli operatori sanitari

L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione dell’infezione da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla vita quotidiana e sul benessere psicofisico delle persone. Alcuni autori hanno dimostrato che gli operatori sanitari hanno più problematiche relative alla salute mentale rispetto alla popolazione generale. Infatti, oltre allo stress associato alla tipologia di lavoro, anche le restrizioni causate dalla pandemia hanno inciso sulla vita quotidiana. 
La teoria della salutogenesi di Antonovsky individua il senso di coerenza (SOC) come un elemento che contribuisce al mantenimento della salute mentale in un ambiente stressante e diversi livelli di SOC possono incidere significativamente nel mantenimento dello stato psicofisico. 
Dal punto di vista della salute mentale, studi precedenti hanno dimostrato che il livello di SOC è correlato al livello di disagio psicologico e gli individui con SOC debole hanno un rischio più elevato di avere problemi di salute mentale rispetto agli individui con SOC moderato o forte.
L’obiettivo dello studio è valutare l’impatto della pandemia da COVID-19 indagando le caratteristiche socio-demografiche e lavorative, lo stato di benessere e i cambiamenti nelle relazioni sociali degli operatori sanitari stratificate per i diversi livelli di SOC.
Lo studio cross-sectional è stato condotto attraverso un questionario auto redatto che comprendeva parti validate e diffuso tramite i principali social media.
Il campione include i professionisti sanitari che operano in ambito pubblico e privato.
I dati raccolti riguardano i cambiamenti nelle relazioni sociali dall’inizio della pandemia ad oggi, l’impatto sulla percezione personale di soddisfazione della vita, lo stato di benessere (WHO-5) e informazioni socio-demografiche. I dati sono stati analizzati tramite regressione logistica.
Tra il totale dei rispondenti (n=628) gli individui di età compresa tra 20-29 anni hanno un rischio 6 volte superiore (RR 5,97, IC 95% 2,66-13,45, p= <0,0001) di avere un SOC basso rispetto a quelli con età ≥ 60 anni. 
Un rischio analogo (RR 5,50, IC 95% 1,70-17,77, p=0,0044) è stato dimostrato tra i soggetti con un’anzianità di servizio inferiore ad un anno rispetto agli operatori sanitari con più di 40 anni di servizio.
Le regioni del nord-ovest presentano un rischio di SOC basso di quasi 2 volte maggiore rispetto alle regioni del nord-est (RR 1,54, IC 95% 1,03-2,30, p=0,0336). 
L’essere coniugato, vivere con altre persone, avere minori sotto la propria responsabilità e disporre di spazi aperti nella propria abitazione è risultato protettivo nei confronti di un SOC basso tra gli operatori sanitari (RR 1,84, IC 95% 1,32-2,57, p=0,0003; RR 1,87, IC 95% 1,18-2,96, p=0,0075; RR 1,81, IC 95% 1,28-2,56; p= 0,0009; RR 1,78, IC 95% 1,06-2,99, p=0,0294).
Sulla base del punteggio WHO-5, il 73,2% dei 314 operatori sanitari con SOC basso ha presentato uno scarso stato di benessere con un rischio 7 volte maggiore rispetto al restante campione (RR 7,03, IC 95% 4,95-9,99, p=<0,0001).
Nei soggetti la cui relazione con la famiglia, gli amici e i colleghi di lavoro era peggiorata a seguito della pandemia, rispettivamente (RR 2,23, IC 95% 1,36-3,67, p=0,0016; RR 1,54, IC 95% 1,00- 2,36, p=0,0486; RR 1,70, IC 95% 1,08-2,67, p=0,0208) hanno mostrato un rischio di 2 volte superiore di avere un SOC basso.
I risultati mostrano che gli operatori sanitari più giovani, assunti da meno di un anno, abbiano risentito maggiormente dell’emergenza pandemica. Questo dato può essere spiegato dalle innumerevoli nuove assunzioni svolte in emergenza per fronteggiare la pandemia e che non hanno previsto un affiancamento e un supporto adeguati al primo periodo di formazione di un lavoratore neoassunto. Inoltre, la mancanza o il peggioramento delle relazioni familiari e sociali dall’inizio della pandemia ad oggi sono fattori predisponenti bassi livelli di SOC, con conseguenze rilevanti sullo stato di benessere dell’individuo. Tali risultati sono rilevanti soprattutto nell’ambito sanitario, particolarmente colpito dalla pandemia e a rischio di ripercussioni a medio e lungo termine sulla salute psico-fisica dell’individuo e nell’esercizio della professione. Tali risultati sono il punto di partenza per ulteriori approfondimenti e per indirizzare i futuri interventi di prevenzione, di promozione della salute nei confronti del personale neoassunto.

Autori

Maria Francesca Piazza: Azienda Ligure Sanitaria (A.Li.Sa.), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS).
Michela Muzzin: Azienda Sanitaria Friuli-Occidentale (ASFO), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)
Arianna Varnier: Azienda Sanitaria Friuli-Occidentale (ASFO), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)
Duke Ashong: Azienda Unità Locale Socio Sanitaria 5 Polesana (Aulss5), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)
Ludovica Munarin: Azienda Unità Locale Socio Sanitaria 2 Marca Trevigiana (Aulss2), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)
Francesca Sanna: Telethon Kids Institute (Perth), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)
Giulia Bellantonio
: Azienda Sociosanitaria Ligure 3 (Asl3), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)
Carmela Russo: Azienda Unità Locale Socio Sanitaria 2 Marca Trevigiana (Aulss2), comitato scientifico Società Italiana di Assistenza Sanitaria (SIDAS)

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